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quarta-feira, 22 de abril de 2015

La chiesa cattolica è chiesa di martiri


«Nella storia della rivelazione» ci sono «tanti martiri che sono stati uccisi per fedeltà alla parola di Dio, alla verità di Dio». Così «il martirio di Stefano assomiglia tanto al sacrificio di Gesù». E mentre lo lapidavano Stefano pregava dicendo: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Come non ricordare che Gesù aveva detto sulla croce: «Padre, nelle tue mani lascio il mio spirito»?. E, ancora, gli Atti degli apostoli ci raccontano che Stefano «poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: “Signore, non imputare loro questo peccato”». Di nuovo, Gesù aveva detto: «Perdona loro, Signore, Padre: non sanno cosa fanno». Qui c’è tutta «quella magnanimità cristiana del perdono, della preghiera per i nemici».

Ma «questi che perseguitavano i profeti, questi che hanno perseguitato e ucciso Stefano e tanti martiri, questi — Gesù lo aveva detto — credevano di dare gloria a Dio, credevano che» così facendo «erano fedeli alla dottrina di Dio». E, ha affermato il Papa, «oggi io vorrei ricordare che la storia della Chiesa, la vera storia della Chiesa, è la storia dei santi e dei martiri: i martiri perseguitati» e tanti anche «uccisi da quelli che credevano di dare gloria a Dio, da quelli che credevano di avere la verità: cuore corrotto, ma la verità».

Anche «in questi giorni quanti “Stefano” ci sono nel mondo!» ha esclamato il Papa. E ha di fatto richiamato storie recenti di persecuzione: «Pensiamo ai nostri fratelli sgozzati sulla spiaggia della Libia; pensiamo a quel ragazzino bruciato vivo dai compagni perché cristiano; pensiamo a quei migranti che in alto mare sono buttati in mare dagli altri perché cristiani; pensiamo — l’altro ieri — quegli etiopi, assassinati perché cristiani». E ancora, ha aggiunto, «tanti altri che noi non conosciamo, che soffrono nelle carceri perché cristiani».

Oggi, ha affermato Francesco, «la Chiesa è Chiesa di martiri: loro soffrono, loro danno la vita e noi riceviamo la benedizione di Dio per la loro testimonianza». E «ci sono anche i martiri nascosti, quegli uomini e quelle donne fedeli alla forza dello Spirito Santo, alla voce dello Spirito, che fanno strade, che cercano strade nuove per aiutare i fratelli e amare meglio Dio». E per questa ragione «vengono sospettati, calunniati, perseguitati da tanti sinedri moderni che si credono padroni della verità». Oggi, ha detto il Pontefice, ci sono «tanti martiri nascosti» e tra loro ce ne sono numerosi «che per essere fedeli nella loro famiglia soffrono tanto per fedeltà».

«La nostra Chiesa è Chiesa di martiri» ha ribadito Francesco prima di proseguire la celebrazione, durante la quale, ha detto, «verrà da noi il “primo martire”, il primo che ha dato testimonianza e, più, salvezza a tutti noi». Dunque, ha esortato il Papa, «uniamoci a Gesù nell’Eucaristia, e uniamoci a tanti fratelli e sorelle che soffrono il martirio della persecuzione, della calunnia e dell’uccisione per essere fedeli all’unico pane che sazia, cioè a Gesù». (Papa Francesco, Omelia, 21 aprile 2015)

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