«Nella storia della rivelazione» ci sono
«tanti martiri che sono stati uccisi per fedeltà alla parola di Dio, alla
verità di Dio». Così «il martirio di Stefano assomiglia tanto al sacrificio di
Gesù». E mentre lo lapidavano Stefano pregava dicendo: «Signore Gesù, accogli
il mio spirito». Come non ricordare che Gesù aveva detto sulla croce: «Padre,
nelle tue mani lascio il mio spirito»?. E, ancora, gli Atti degli apostoli ci
raccontano che Stefano «poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: “Signore,
non imputare loro questo peccato”». Di nuovo, Gesù aveva detto: «Perdona loro,
Signore, Padre: non sanno cosa fanno». Qui c’è tutta «quella magnanimità
cristiana del perdono, della preghiera per i nemici».
Ma «questi che perseguitavano i profeti,
questi che hanno perseguitato e ucciso Stefano e tanti martiri, questi — Gesù
lo aveva detto — credevano di dare gloria a Dio, credevano che» così facendo
«erano fedeli alla dottrina di Dio». E, ha affermato il Papa, «oggi io vorrei
ricordare che la storia della Chiesa, la vera storia della Chiesa, è la storia
dei santi e dei martiri: i martiri perseguitati» e tanti anche «uccisi da
quelli che credevano di dare gloria a Dio, da quelli che credevano di avere la
verità: cuore corrotto, ma la verità».
Anche «in questi giorni quanti “Stefano” ci
sono nel mondo!» ha esclamato il Papa. E ha di fatto richiamato storie recenti
di persecuzione: «Pensiamo ai nostri fratelli sgozzati sulla spiaggia della
Libia; pensiamo a quel ragazzino bruciato vivo dai compagni perché cristiano;
pensiamo a quei migranti che in alto mare sono buttati in mare dagli altri
perché cristiani; pensiamo — l’altro ieri — quegli etiopi, assassinati perché
cristiani». E ancora, ha aggiunto, «tanti altri che noi non conosciamo, che
soffrono nelle carceri perché cristiani».
Oggi, ha affermato Francesco, «la Chiesa è
Chiesa di martiri: loro soffrono, loro danno la vita e noi riceviamo la
benedizione di Dio per la loro testimonianza». E «ci sono anche i martiri
nascosti, quegli uomini e quelle donne fedeli alla forza dello Spirito Santo,
alla voce dello Spirito, che fanno strade, che cercano strade nuove per aiutare
i fratelli e amare meglio Dio». E per questa ragione «vengono sospettati,
calunniati, perseguitati da tanti sinedri moderni che si credono padroni della
verità». Oggi, ha detto il Pontefice, ci sono «tanti martiri nascosti» e tra
loro ce ne sono numerosi «che per essere fedeli nella loro famiglia soffrono
tanto per fedeltà».
«La nostra Chiesa è Chiesa di martiri» ha
ribadito Francesco prima di proseguire la celebrazione, durante la quale, ha
detto, «verrà da noi il “primo martire”, il primo che ha dato testimonianza e,
più, salvezza a tutti noi». Dunque, ha esortato il Papa, «uniamoci a Gesù
nell’Eucaristia, e uniamoci a tanti fratelli e sorelle che soffrono il martirio
della persecuzione, della calunnia e dell’uccisione per essere fedeli all’unico
pane che sazia, cioè a Gesù». (Papa Francesco, Omelia, 21 aprile 2015)