Nelle incertezze
sei prudente consiglio; nelle avversità, perenne e inesauribile consolazione. Forte
armatura dei guerrieri! Proteggi coloro che partono per la lotta con lo
scapolare. (Dall’inno “Rosa Carmeli”)
O cristianismo não é uma coisa do passado, vivido como se olhássemos sempre para trás, para os tempos evangélicos, mas sempre novo, pois está marcado pela presença constante de Jesus Cristo, que está no meio de nós, e que é de hoje, ontem, amanhã e toda a eternidade. Na história da humanidade, encontramos “pegadas” de Deus. Este blogue procura, humildemente, mostrar alguma delas.
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terça-feira, 21 de abril de 2015
21 aprile: Sant’Anselmo
Sant’Anselmo
nacque nel 1033 (o all’inizio del 1034) ad Aosta, primogenito di una famiglia
nobile. Il padre era uomo rude, dedito ai piaceri della vita e dissipatore dei
suoi beni; la madre, invece, era donna di elevati costumi e di profonda
religiosità (cfr Eadmero, Vita s. Anselmi, PL 159, col 49). Fu lei a prendersi
cura della prima formazione umana e religiosa del figlio, che affidò, poi, ai
Benedettini di un priorato di Aosta. Anselmo, che da bambino – come narra il
suo biografo - immaginava l’abitazione del buon Dio tra le alte e innevate
vette delle Alpi, sognò una notte di essere invitato in questa reggia splendida
da Dio stesso, che si intrattenne a lungo ed affabilmente con lui e alla fine
gli offrì da mangiare “un pane candidissimo” (ibid., col 51). Questo sogno gli
lasciò la convinzione di essere chiamato a compiere un’alta missione. All’età
di quindici anni, chiese di essere ammesso nell’Ordine benedettino, ma il padre
si oppose con tutta la sua autorità e non cedette neppure quando il figlio
gravemente malato, sentendosi vicino alla morte, implorò l'abito religioso come
supremo conforto. Dopo la guarigione e la scomparsa prematura della madre,
Anselmo attraversò un periodo di dissipazione morale: trascurò gli studi e,
sopraffatto dalle passioni terrene, diventò sordo al richiamo di Dio. Se ne
andò da casa e cominciò a girare per la Francia in cerca di nuove esperienze.
Dopo tre anni, giunto in Normandia, si recò nell’Abbazia benedettina di Bec,
attirato dalla fama di Lanfranco da Pavia, priore del monastero. Fu per lui un
incontro provvidenziale e decisivo per il resto della sua vita. Sotto la guida
di Lanfranco, Anselmo riprese infatti con vigore gli studi e, in breve tempo,
diventò non solo l’allievo prediletto, ma anche il confidente del maestro. La
sua vocazione monastica si riaccese e, dopo attenta valutazione, all’età di 27
anni, entrò nell’Ordine monastico e venne ordinato sacerdote. L’ascesi e lo
studio gli aprirono nuovi orizzonti, facendogli ritrovare, in grado ben più
alto, quella familiarità con Dio che aveva avuto da bambino.
Quando, nel 1063,
Lanfranco diventò abate di Caen, Anselmo, dopo appena tre anni di vita
monastica, fu nominato priore del monastero di Bec e maestro della scuola
claustrale, rivelando doti di raffinato educatore. Non amava i metodi
autoritari; paragonava i giovani a piccole piante che si sviluppano meglio se
non sono chiuse in serra e concedeva loro una “sana” libertà. Era molto
esigente con se stesso e con gli altri nell’osservanza monastica, ma anziché
imporre la disciplina si impegnava a farla seguire con la persuasione. Alla
morte dell’abate Erluino, fondatore dell’abbazia di Bec, Anselmo venne eletto
unanimemente a succedergli: era il febbraio 1079. Intanto numerosi monaci erano
stati chiamati a Canterbury per portare ai fratelli d’oltre Manica il
rinnovamento in atto nel Continente. La loro opera fu ben accetta, al punto che
Lanfranco da Pavia, abate di Caen, divenne il nuovo Arcivescovo di Canterbury e
chiese ad Anselmo di trascorrere un certo tempo con lui per istruire i monaci e
aiutarlo nella difficile situazione in cui si trovava la sua comunità
ecclesiale dopo l’invasione dei Normanni. La permanenza di Anselmo si rivelò
molto fruttuosa; egli guadagnò simpatia e stima, tanto che, alla morte di
Lanfranco, fu scelto a succedergli nella sede arcivescovile di Canterbury.
Ricevette la solenne consacrazione episcopale nel dicembre del 1093.
Anselmo si
impegnò immediatamente in un’energica lotta per la libertà della Chiesa,
sostenendo con coraggio l’indipendenza del potere spirituale da quello
temporale. Difese la Chiesa dalle indebite ingerenze delle autorità politiche,
soprattutto dei re Guglielmo il Rosso ed Enrico I, trovando incoraggiamento e
appoggio nel Romano Pontefice, al quale Anselmo dimostrò sempre una coraggiosa
e cordiale adesione. Questa fedeltà gli costò, nel 1103, anche l’amarezza
dell’esilio dalla sua sede di Canterbury. E soltanto quando, nel 1106, il re Enrico
I rinunciò alla pretesa di conferire le investiture ecclesiastiche, come pure
alla riscossione delle tasse e alla confisca dei beni della Chiesa, Anselmo
poté far ritorno in Inghilterra, accolto festosamente dal clero e dal popolo.
Si era così felicemente conclusa la lunga lotta da lui combattuta con le armi
della perseveranza, della fierezza e della bontà. Questo santo Arcivescovo che
tanta ammirazione suscitava intorno a sé, dovunque si recasse, dedicò gli
ultimi anni della sua vita soprattutto alla formazione morale del clero e alla
ricerca intellettuale su argomenti teologici. Morì il 21 aprile 1109,
accompagnato dalle parole del Vangelo proclamato nella Santa Messa di quel
giorno: “Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo
per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, perché possiate mangiare
e bere alla mia mensa nel mio regno…” (Lc 22,28-30). Il sogno di quel
misterioso banchetto, che da piccolo aveva avuto proprio all’inizio del suo
cammino spirituale, trovava così la sua realizzazione. Gesù, che lo aveva
invitato a sedersi alla sua mensa, accolse sant’Anselmo, alla sua morte, nel
regno eterno del Padre.
“Dio, ti prego,
voglio conoscerti, voglio amarti e poterti godere. E se in questa vita non sono
capace di ciò in misura piena, possa almeno ogni giorno progredire fino a
quando giunga alla pienezza” (Proslogion, cap.14). Questa preghiera lascia
comprendere l’anima mistica di questo grande Santo dell’epoca medievale,
fondatore della teologia scolastica, al quale la tradizione cristiana ha dato
il titolo di “Dottore Magnifico” perché coltivò un intenso desiderio di
approfondire i Misteri divini, nella piena consapevolezza, però, che il cammino
di ricerca di Dio non è mai concluso, almeno su questa terra. La chiarezza e il
rigore logico del suo pensiero hanno avuto sempre come fine di “innalzare la
mente alla contemplazione di Dio” (Ivi, Proemium). Egli afferma chiaramente che
chi intende fare teologia non può contare solo sulla sua intelligenza, ma deve
coltivare al tempo stesso una profonda esperienza di fede. L’attività del
teologo, secondo sant’Anselmo, si sviluppa così in tre stadi: la fede, dono
gratuito di Dio da accogliere con umiltà; l’esperienza, che consiste
nell’incarnare la parola di Dio nella propria esistenza quotidiana; e quindi la
vera conoscenza, che non è mai frutto di asettici ragionamenti, bensì di
un’intuizione contemplativa. Restano, in proposito, quanto mai utili anche
oggi, per una sana ricerca teologica e per chiunque voglia approfondire le
verità della fede, le sue celebri parole: “Non tento, Signore, di penetrare la
tua profondità, perché non posso neppure da lontano mettere a confronto con
essa il mio intelletto; ma desidero intendere, almeno fino ad un certo punto,
la tua verità, che il mio cuore crede e ama. Non cerco infatti di capire per
credere, ma credo per capire” (Ivi, 1). (Benedetto XVI, Udienza, 23 settembre 2009)
segunda-feira, 20 de abril de 2015
A Igreja e o Marketing – vence a Tradição
Poucos países sofreram tanto as consequências do
pós-concílio quanto o Brasil, onde o número de católicos caiu 35% ao longo dos
últimos trinta anos. Há alguns anos, preocupado com a hemorragia dos fiéis, os
bispos brasileiros contrataram uma importante empresa de marketing, o ALMAP,
cujo presidente, Alex Periscinoto, é tido como o “melhor gestor de marketing”
do Brasil.
Os membros do Comitê Executivo da Conferência Nacional dos
Bispos do Brasil esperavam de Periscinoto conselhos sobre como definir uma
pastoral da Igreja, oferecendo uma melhor imagem da instituição, a fim de parar
o sangramento de fiéis que, em sua maior parte, estão passando para a
comunidade evangélica.
O resultado foi surpreendente. Perissinotto apresentou os
resultados de seu estudo para duzentas pessoas, entre bispos e padres ligados à
pastoral. Dizer que ficaram chocados com o discurso do especialista em
marketing seria pouco. Talvez eles esperassem ser aconselhados a pintar igrejas
com cores vivas, a introduzir mais música pop, mais liturgias aggiornatte e
assim por diante. Mas, aos invés disso…
“A primeira ferramenta de marketing na história do mundo foi
o sino – disse Periscinoto logo de início – e era a melhor. Quando ele tocava,
não só atingia 90% dos habitantes de uma cidade, mas mudava o comportamento
pessoal deles. Vocês, então, inventaram uma ferramenta que ainda é usada em
marketing comercial. É chamado de ‘display’. A tela é algo que usamos para
enfatizar, propor algo com força para o público. Quando todas as casas eram
baixas, vocês construíam igrejas com torres seis vezes maiores. Isso permitia
que o reconhecimento imediato da igreja: ali está!
“Vocês inventaram o primeiro logo da história. O logotipo é
um símbolo usado para garantir que uma marca seja facilmente reconhecível. A de
vocês era a melhor: a Cruz. Este logotipo foi sempre colocado sobre o ponto
mais alto e visível do display. Ninguém poderia confundir: aquela era a Igreja
Católica! Este logotipo inventado por vocês foi tão eficaz que até mesmo Hitler
o utilizou, com pequenas modificações, para mobilizar as massas. E quase ganhou
a guerra.
“Vocês também inventaram a campanha promocional. O que é uma
procissão religiosa? Para uma cidade[1], ou mesmo para um bairro de uma cidade
grande, nada é mais promocional do que uma procissão, por exemplo, em honra de
Nossa Senhora. Quando nós, especialistas em marketing, organizamos um evento
promocional, usamos muito do que a Igreja inventou. Nós desfraldamos bandeiras
e banners, nós vestimos nossos representantes com trajes especiais de modo que
eles possam ser facilmente reconhecidos. Procuramos criar uma mística
comercial. Mas a nossa mística nunca será tão rica quanto a de vocês”.
“Infelizmente, vocês mudaram a maneira em que a missa é
celebrada. Hoje a missa já não é em latim e de costas para o fiel. Vocês
pensavam que talvez fizessem algo de bom. Ao invés vez disso, tenho uma má
notícia. Minha mãe nunca pensou que o padre estava de costas. Ela sempre pensou
que todos, fiel e celebrante, estavam voltados para Deus. Ela gostava do latim,
mesmo quando não entendia muito. Para ela, o latim era a língua mística com o
qual os ministros da Igreja falavam com Deus. Ela se sentia privilegiada e
recompensada por assistir de joelhos uma cerimônia tão importante. Na minha
opinião, a mudança feita na liturgia da Missa foi um erro terrível. Posso estar
errado. Eu não sou um teólogo. Analiso o problema do ponto de vista do
marketing. E a partir deste ponto de vista, a mudança foi um desastre.
“Vocês abandonaram seu traje particular, a batina, que
identificava seus representantes comerciais, o sacerdote. Ao fazê-lo, jogaram
fora uma marca.
“Vocês desnaturaram o seu display, tornando igrejas cada vez
mais parecidas com prédios civis.
“Tudo o que se inventa contém uma oferta, algo que se quer
vender. O produto de vocês é chamado fé. Mas eu também tenho uma boa notícia.
Esta, hoje, é uma demanda crescente. O mercado, talvez, nunca foi tão favorável
para a fé. Vocês, no entanto, falam mais de política do que fé. Assim, vocês
podem reclamar se suas igrejas estão cada vez mais vazias, enquanto que os
salões de grupos evangélicos estão cada vez mais cheios? “.
[1]Paesedicampagna
– no original (Tradução Frates in Unum, Julio Loredo, 13 de abril de 2015)
Soccorso dei Miseri
La Vergine Santissima, partecipe della compassione di Dio per l'uomo
Il Vangelo
propone spesso il quadro, colorito e vivace, delle moltitudini che accorrono e
si stringono attorno al Maestro, animate dal desiderio di essere guarite, di
ritrovare la salute del corpo e la pace dello spirito. Gesù si pone come il
Buon Samaritano della parabola, come il Buon Pastore, che si prende cura, con
infinita tenerezza, dei suoi discepoli. Il suo sguardo abbraccia le folle che,
stanche e ormai sfinite, lo seguono, come “pecore senza pastore” (Mc 6,34). Per
tutti Gesù ha un gesto e una parola di consolazione; ridona la vista ai ciechi,
ai sordi l’udito, la possibilità di camminare agli infermi. La sua Croce redime
e continua a illuminare l’insondabile mistero della sofferenza e le dona una
inattesa forza salvifica, unita all’infinito valore della Eucaristia. Il nostro
patire diviene patire di Cristo, attraversato dalla potenza della Sua gloriosa
Risurrezione.
La nostra croce
trova sempre, ai suoi piedi, una Madre, totalmente e intimamente compenetrata
dalla medesima compassione, dal medesimo desiderio di salvezza che dimora nel
Cuore di Cristo. Nuova e santa Arca dell'Alleanza, la Vergine porta in sé il
Figlio stesso di Dio, di cui si fa tabernacolo e ostensorio di Grazia. Ella
coinvolge, nella premura misericordiosa di cui è colma, alcune anime
predilette, perché siano -come Lei e con Lei- offerta purissima e gradita al
Cielo. I suoi occhi si volgono alla Chiesa, al mondo, a ogni cuore che cerca la
Verità, per rintracciare “alleati”, audaci e intrepidi, che condividano i suoi
stessi disegni di amore.
Nei “luoghi
mariani”, nei grandi Santuari a Lei dedicati, confluisce, da sempre, l’umanità,
afflitta da ogni sorta di prova: i malati, gli infermi, i poveri peccatori, con
il loro carico di pena e di sofferenza. Come per le vie della Palestina, così a
Lourdes, a Fatima, a Cestokhowa, a Loreto si rinnova questo incontro tra la
Misericordia di Dio e l’umana debolezza, tra la condiscendenza dell’Altissimo e
le profondità del nostro male.
La figura di
Maria Santissima -talora contestata per la sua presunta indebita “invadenza”
nel panorama della Fede, come se la sua presenza possa minacciare la centralità
assoluta di Cristo Signore- ha permesso e permette ai credenti di penetrare
sempre più profondamente nel mistero di Dio, di accogliere interiormente la Sua
Parola, superando il rischio di una conoscenza arida e fredda, di un vuoto
ritualismo. Questo popolo -dice il Signore- mi onora con le labbra, ma il suo
cuore è distante da me (Isaia 29,13). La vera devozione alla Madre di Cristo
riporta proprio il cuore dell’uomo al suo Dio, riconduce il credente alle
sorgenti della Grazia, con una adesione santa, tenera, cordiale e filiale al
suo Creatore.
In un’ampia
varietà di forme, di esperienze e di approcci si manifesta, ormai da decenni,
nella Chiesa un rinnovato interesse per la Sacra Scrittura, letta diffusamente,
proclamata, conosciuta, meditata e amata. È la Vergine Santa che ci aiuta a far
fluire la forza della Parola di Dio, la luce dell’annunzio di Pasqua, nella
quotidianità, rileggendo la vita, le occupazioni, le nostre umili e semplici
realtà di tutti i giorni attraverso la grazia inesauribile del Vangelo. La
sapienza dell'Antica Alleanza, la bellezza inarrivabile dei Salmi, la
ineguagliabile forza del Nuovo Testamento discendono e scorrono nel purissimo e
immacolato Cuore della Vergine. Unita in tutto alla volontà del suo Signore,
Ella ci educa a riordinare l'esistenza intorno al suo unico “centro vitale”, a
non disperderci nella distrazione delle cose, ma a ricomporre l'unità di
affetti, di sentimenti, di parole e di azioni intorno all'essenziale, a Dio.
I luoghi di Maria
divengono così privilegiati “luoghi dello Spirito”, luoghi della Parola,
proclamata e vissuta; luoghi della sofferenza redenta, accolta e amata,
privilegiate oasi di preghiera e di riconciliazione. Ogni anima può diventare
“Terra di Maria”. Ogni cuore, che si apre alla Grazia, è come la Grotta di
Betlem, la santa dimora di Nazareth, il Cenacolo, il Calvario, il riflesso vivo
dell’alba nuova di Risurrezione.
Una bella
giaculatoria mariana -dal tono e dalla fragranza quasi di una ingenua e
infantile filastrocca- suggerisce parole di Cielo, che riassumono il fascino di
un autentico cammino di Fede: “Madre di Misericordia e Madre d’Amore, rinnova a
tutti il cuore, come Gesù vuole”.
Sia questo, per
tutti, un semplice -ma impegnativo- programma di vita.
ROMA, 19 Aprile
2015 (Zenit.org) - (Di Mario Piatti, I.C.M.S., Tratto dalla rivista mensile Maria di Fatima)
Le 20 avril 1884 : le pape Léon XIII publie l'encyclique Humanum genus qui condamne la maçonnerie.
Le pape y résume et rappelle toutes les
condamnations de la maçonnerie faites par ses prédécesseurs.
Dans L'Église et les libertés (Editions Nouvelle librairie nationale, page 66) le RP. Dom BESSE commente ainsi l'encyclique en 1913:
« Nous n'avons rien d'aussi complet sur la Maçonnerie et les Sociétés Secrètes. Le dessein qu'elles poursuivent est défini en ces termes : « Il s'agit pour les Francs-Maçons — et tous leurs efforts tendent à ce but — il s'agit de détruire de fond en comble toute la discipline religieuse et sociale, qui est née des institutions chrétiennes, et de lui en substituer une nouvelle, façonnée à leurs idées, et dont les principes fondamentaux et les lois sont empruntés au naturalisme. »
On y retrouve dans son ensemble le plan des hommes de la révolution. Les Francs-Maçons en poursuivent l'exécution, article par article, avec une méthode rigoureuse. Rien ne les arrête. Leur action publique se rattache à une école, où tout est prévu. Ils ont un système politique à eux. C'est celui de Rousseau et des Encyclopédistes: « Voici quels sont en cette matière les dogmes des naturalistes: les hommes sont égaux en droit; tous, et à tous les points de vue, sont d'égale condition. Étant tous libres par nature, aucun d'eux n'a le droit de commander à un de ses semblables, et c'est faire violence aux hommes que de prétendre les soumettre à une autorité quelconque, à moins que cette autorité ne procède d'eux-mêmes. Tout pouvoir est dans le peuple libre; ceux qui exercent le commandement n'en sont les détenteurs que par le mandat ou par la concession du peuple; de telle sorte que, si la volonté du peuple change, il faut dépouiller de leur autorité les chefs de l'État, même malgré eux... En outre, l'État doit être athée. »
On reconnaît là le programme démocratique de la Révolution, que la Maçonnerie a imposé à diverses nations. Le type qui le réalise le mieux est sans aucun doute la République française. »
Un peu avant il écrit page 62 :
« Ces sectes ne fonctionnaient pas seulement en France. Les provinces rhénanes, la Bavière, les Pays- Bas, l'Espagne et l'Italie avaient eu les leurs. Elles furent partout l'armée occulte et disciplinée de la révolution, menant contre l'Église catholique une campagne acharnée. Ceux qui négligent ce facteur des événements s'exposent à ne rien comprendre dans notre histoire contemporaine.
Sur ce point, comme sur beaucoup d'autres, les Papes parlèrent en précurseurs. Les dangers qu'ils dénoncèrent les premiers menaçaient la société civile autant que la société religieuse.
Les chefs d'État feignirent de ne point écouter leurs avis. Cette légèreté devait leur coûter cher. Le premier document antimaçonnique émanant du Saint-Siège porte la date du 28 avril 1738. Il est de Clément XII. Le secret absolu, dans lequel cette secte s'enveloppe, lui paraît être pour les gouvernements très dangereux; car, si l'on tient tant à se cacher, c'est évidemment pour faire du mal. On veut le faire en toute sécurité. En conséquence, il interdit, sous peine d'excommunication, aux fidèles de s'agréger à ces sociétés occultes. Benoît XIV renouvela cette défense, le 16 mars 1751.
Pie VII et Léon XII revinrent à la charge. Ils visaient plus spécialement les sociétés connues en Italie sous le nom de Charbonnerie. Leurs membres se nommaient Carbonari. »
Dans L'Église et les libertés (Editions Nouvelle librairie nationale, page 66) le RP. Dom BESSE commente ainsi l'encyclique en 1913:
« Nous n'avons rien d'aussi complet sur la Maçonnerie et les Sociétés Secrètes. Le dessein qu'elles poursuivent est défini en ces termes : « Il s'agit pour les Francs-Maçons — et tous leurs efforts tendent à ce but — il s'agit de détruire de fond en comble toute la discipline religieuse et sociale, qui est née des institutions chrétiennes, et de lui en substituer une nouvelle, façonnée à leurs idées, et dont les principes fondamentaux et les lois sont empruntés au naturalisme. »
On y retrouve dans son ensemble le plan des hommes de la révolution. Les Francs-Maçons en poursuivent l'exécution, article par article, avec une méthode rigoureuse. Rien ne les arrête. Leur action publique se rattache à une école, où tout est prévu. Ils ont un système politique à eux. C'est celui de Rousseau et des Encyclopédistes: « Voici quels sont en cette matière les dogmes des naturalistes: les hommes sont égaux en droit; tous, et à tous les points de vue, sont d'égale condition. Étant tous libres par nature, aucun d'eux n'a le droit de commander à un de ses semblables, et c'est faire violence aux hommes que de prétendre les soumettre à une autorité quelconque, à moins que cette autorité ne procède d'eux-mêmes. Tout pouvoir est dans le peuple libre; ceux qui exercent le commandement n'en sont les détenteurs que par le mandat ou par la concession du peuple; de telle sorte que, si la volonté du peuple change, il faut dépouiller de leur autorité les chefs de l'État, même malgré eux... En outre, l'État doit être athée. »
On reconnaît là le programme démocratique de la Révolution, que la Maçonnerie a imposé à diverses nations. Le type qui le réalise le mieux est sans aucun doute la République française. »
Un peu avant il écrit page 62 :
« Ces sectes ne fonctionnaient pas seulement en France. Les provinces rhénanes, la Bavière, les Pays- Bas, l'Espagne et l'Italie avaient eu les leurs. Elles furent partout l'armée occulte et disciplinée de la révolution, menant contre l'Église catholique une campagne acharnée. Ceux qui négligent ce facteur des événements s'exposent à ne rien comprendre dans notre histoire contemporaine.
Sur ce point, comme sur beaucoup d'autres, les Papes parlèrent en précurseurs. Les dangers qu'ils dénoncèrent les premiers menaçaient la société civile autant que la société religieuse.
Les chefs d'État feignirent de ne point écouter leurs avis. Cette légèreté devait leur coûter cher. Le premier document antimaçonnique émanant du Saint-Siège porte la date du 28 avril 1738. Il est de Clément XII. Le secret absolu, dans lequel cette secte s'enveloppe, lui paraît être pour les gouvernements très dangereux; car, si l'on tient tant à se cacher, c'est évidemment pour faire du mal. On veut le faire en toute sécurité. En conséquence, il interdit, sous peine d'excommunication, aux fidèles de s'agréger à ces sociétés occultes. Benoît XIV renouvela cette défense, le 16 mars 1751.
Pie VII et Léon XII revinrent à la charge. Ils visaient plus spécialement les sociétés connues en Italie sous le nom de Charbonnerie. Leurs membres se nommaient Carbonari. »
Le 20 avril 1233 : création de l'Inquisition par la bulle Ille humani generis.
L'Inquisition est un tribunal ecclésiastique
relevant du seul Saint-Siège, pour poursuivre les hérétiques. Les inquisiteurs se
recrutent dans les ordres prêcheurs, Dominicains et Franciscains. La Sacrée
Congrégation pour la doctrine de la Foi en est l'héritière.
Jean Sévillia dans son livre Historiquement
correct, aux éditions Perrin rappelle ce qu'est l'Inquisition, faisant
le vrai bilan des condamnations et surtout expliquant en quoi les Inquisitions
romaine, espagnole et médiévale n'ont rien en commun. Cette dernière est une
institution d'Eglise qui dépend du Pape ainsi que les inquisiteurs. Certains
sont d'ailleurs sanctionnés voir condamnés à la prison à vie, comme Robert le
Bougre dans le nord de la France. Sévillia souligne combien cette justice est procédurière,
méthodique et bien plus modérée que la justice civile de l'époque qui ne
s'embarrasse pas du droit des accusés. Il affirme même que l'Inquisition est vécue comme
une délivrance. Les hérétiques sont considérés comme dangereux pour
et par la société. A l'époque l'hérésie est considérée par tous comme un crime.
Des avancées judiciaires de l'Inquisition
existent encore aujourd'hui. Ce sont, par exemple, les inquisiteurs qui mettent
en place le système du jury pour délibérer de la sentence donnée au jugement. En France, après l'extinction
de l'hérésie l'inquisition perd sa raison d'être et la justice d'Etat prend le
pas. Ce n'est pas le cas en Espagne. (Le Salon Beige,
20-4-2015)
La Sábana Santa expuesta en la Catedral de Turín
La exposición de la Sábana Santa
de Turín, del 19 de abril al 24 de junio de 2015, dará prioridad a los jóvenes
y los enfermos, incorporando por primera vez un sistema de acogida similar al
de Lourdes.
Hasta el pasado 25 de marzo, 850.000 peregrinos habían realizado una reserva para admirar la Sábana Santa, explicó entonces la vicealcaldesa de Turín, Elide Tisi.
En estas últimas semanas, el número se ha seguido incrementando, confirmó Fassino, que no dio cifras concretas.
"Los peregrinos frente a la Sábana Santa no contemplarán un muerto sino la imagen de una persona que, a través del don de la vida, ha regalado a la Humanidad el amor más grande. Un amor con el que poder vencer el mal", apostilló el arzobispo de Turín, Cesare Nosiglia.
Durante su visita a Turín, Bergoglio celebrará una multitudinaria misa en la Piazza Vittorio, en la que se dispondrá un lugar reservado algunos jóvenes y enfermos, y comerá con un grupo de detenidos de la cárcel de menores "Ferrante Aporti".
Además, visitará el Templo evangélico Valdense, una rama protestante con una presencia de casi un milenio en el país, y celebrará una misa estrictamente privada con algunos familiares de la región del Piamonte, con los que también almorzará.
El acceso a la Sábana Santa es gratuito, aunque los visitantes podrán dejar un donativo al finalizar la visita. El dinero recaudado será entregado al papa durante su viaje con la "esperanza de que lo destine a obras de solidaridad con los pobres y los necesitados", subrayó recientemente el arzobispo Nosiglia. (Religion Digital/Agencias/20 de abril de 2015)
Hasta el pasado 25 de marzo, 850.000 peregrinos habían realizado una reserva para admirar la Sábana Santa, explicó entonces la vicealcaldesa de Turín, Elide Tisi.
En estas últimas semanas, el número se ha seguido incrementando, confirmó Fassino, que no dio cifras concretas.
"Los peregrinos frente a la Sábana Santa no contemplarán un muerto sino la imagen de una persona que, a través del don de la vida, ha regalado a la Humanidad el amor más grande. Un amor con el que poder vencer el mal", apostilló el arzobispo de Turín, Cesare Nosiglia.
Durante su visita a Turín, Bergoglio celebrará una multitudinaria misa en la Piazza Vittorio, en la que se dispondrá un lugar reservado algunos jóvenes y enfermos, y comerá con un grupo de detenidos de la cárcel de menores "Ferrante Aporti".
Además, visitará el Templo evangélico Valdense, una rama protestante con una presencia de casi un milenio en el país, y celebrará una misa estrictamente privada con algunos familiares de la región del Piamonte, con los que también almorzará.
El acceso a la Sábana Santa es gratuito, aunque los visitantes podrán dejar un donativo al finalizar la visita. El dinero recaudado será entregado al papa durante su viaje con la "esperanza de que lo destine a obras de solidaridad con los pobres y los necesitados", subrayó recientemente el arzobispo Nosiglia. (Religion Digital/Agencias/20 de abril de 2015)
La iglesia católica de EEUU gasta 150 millones en indemnizaciones por los casos de pedofilia entre junio de 2013 y junio 2014
La iglesia católica de
Estados Unidos gastó entre junio de 2013 y el mismo mes de 2014 unos 120
millones de dólares para apoyar a víctimas de abuso sexual de clérigos y 30
millones en programas de prevención de la pedofilia, según un informe anual
publicado el viernes.
La mayor parte de los 150
millones de dólares se destinaron a indemnizaciones, terapias de las
víctimas y gastos legales, indicó el informe, encargado por la Conferencia
episcopal de Estados Unidos.
Desde que en 2002 estallara un
escándalo sobre actos de pedofilia cometidos por sacerdotes, los obispos de
Estados Unidos realizan un estudio anual sobre las denuncias presentadas al
respecto en el país.
Varios altos funcionarios de la
iglesia reconocieron que habían protegido a sacerdotes responsables de abusos
sexuales de niños.
Según el informe, hubo en el
período considerado 657 denuncias de abusos sexuales a menores por parte
de sacerdotes, de los cuales 130 han sido reconocidos, 243 están todavía bajo
investigación y el resto no han sido probados. La mayoría de las denuncias se
refieren a acontecimientos que tuvieron lugar hace años.
"No debemos ser
complacientes con lo que se ha logrado. Debemos continuar cumpliendo nuestra
promesa" de sanar lo ocurrido en 2002, dijo el presidente de la
Conferencia Episcopal, el arzobispo Joseph Kurtz. "La iglesia ayudará a
(...) echar luz sobre lo oscuro y a combatir el mal y los abusos dondequiera
que se cometan", agregó.(Religion Digital/Agencias/19-4-2015)
Quel vescovo Cordileone che non piace ai progressisti
Un centinaio di zelanti cattolici californiani ha preso
una pagina del quotidiano The Chronicle per chiedere al Papa di “rimuovere” il
loro vescovo. Si tratta di monsignor Salvatore Cordileone, arcivescovo di San
Francisco, entrato in diocesi nel 2012.
Si dà il caso che il prelato sia il presidente del Comitato di Difesa del matrimonio della Conferenza episcopale americana, e in California è noto per il suo coraggio nel difendere l’istituto matrimoniale da ogni ideologia che tenti di indebolirlo o mistificarlo. Ma, non solo. Recentemente l’arcivescovo Cordileone è salito agli onori della cronaca perché ha rivisto il contratto degli insegnanti delle scuole cattoliche, inserendo il rispetto di alcuni punti di dottrina, cioè quelli riferiti alla morale sessuale, alla contraccezione e all'uso delle cellule staminali. Per questo ha già subito violenti attacchi, perfino sul New York Times.
Ora arriva questa richiesta di “rimozione” indirizzata direttamente al Papa e che accusa il vescovo, tra l'altro, di aver favorito sacerdoti che “ostacolano la partecipazione delle donne nella Chiesa escludendo le ragazze dal servizio all'altare”; di avere un' agenda “monotematica” contro le unioni tra persone dello stesso sesso; e di non ascoltare i sacerdoti anziani della propria diocesi. “Sembra”, ha dichiarato Frank Pitre, un avvocato firmatario, “che stia andando in una direzione che è completamente opposta a quella di Papa Francesco e sta creando un clima di intolleranza totale”.
Nibby Brothers, un'altra firmataria, dice che monsignor Cordileone “sta solo causando un sacco di discordia, specialmente tra i giovani della diocesi”. A titolo di cronaca possiamo ricordare che la diocesi in questione, quella di San Francisco, era conosciuta come una delle più liberal degli States prima della nomina di Cordileone.
Il problema, secondo la Brothers, sarebbe proprio nel messaggio promosso dal vescovo, una pastorale che allontanerebbe i fedeli in quanto in disaccordo rispetto a come le pecorelle di San Francisco “conducono la loro vita”. Quindi, secondo queste opinioni, sembra debba essere il mondo a dettare l’agenda della Chiesa, e favorire così non lo sviluppo, ma una vera e propria evoluzione del dogma.
Dalla diocesi è scaturito un comunicato molto chiaro che rileva come questo annuncio a mezzo stampa sia inficiato da “un travisamento dell'insegnamento cattolico, un travisamento della natura del contratto degli insegnanti, e un travisamento dello spirito dell'arcivescovo”. E, conclude il comunicato, “il più grande travisamento di tutti è che i firmatari presumono di parlare per la Comunità cattolica di San Francisco”.
Fedele alla linea, monsignor Cordileone, che tra l’altro è uno dei quattro membri americani per il prossimo sinodo di ottobre, è uno dei principali promotori della prossima “March for marriage” (Marcia per il Matrimonio) che si terrà il 25 aprile a Washington. La marcia viene promossa dalla Conferenza episcopale a stelle e strisce, con l’intento di far sentire la voce dei cattolici in merito ad un'importante decisione che la Suprema Corte di Giustizia sta per prendere proprio in merito all’istituto del matrimonio. Nel messaggio ai vescovi, firmato da Cordileone e da monsignor Malone, si fa presente che questa decisione della Corte ha la stessa portata di quella che fu presa nel caso Roe vs. Wade che dichiarò l’aborto un diritto. Ora la posta in palio riguarda la necessità di preservare la definizione legale di matrimonio come unione tra un uomo e una donna.
I cento firmatari incolpano monsignor Cordileone di avere uno stile pastorale ed un linguaggio troppo duri su certi temi, e, per questo, sarebbe troppo distante dallo stile inclusivo del Papa. A questo punto sarebbe interessante capire se hanno letto l’ultimo intervento del Pontefice a proposito dell’ideologia gender. Perché potrebbero avere qualche sorpresa.
Si dà il caso che il prelato sia il presidente del Comitato di Difesa del matrimonio della Conferenza episcopale americana, e in California è noto per il suo coraggio nel difendere l’istituto matrimoniale da ogni ideologia che tenti di indebolirlo o mistificarlo. Ma, non solo. Recentemente l’arcivescovo Cordileone è salito agli onori della cronaca perché ha rivisto il contratto degli insegnanti delle scuole cattoliche, inserendo il rispetto di alcuni punti di dottrina, cioè quelli riferiti alla morale sessuale, alla contraccezione e all'uso delle cellule staminali. Per questo ha già subito violenti attacchi, perfino sul New York Times.
Ora arriva questa richiesta di “rimozione” indirizzata direttamente al Papa e che accusa il vescovo, tra l'altro, di aver favorito sacerdoti che “ostacolano la partecipazione delle donne nella Chiesa escludendo le ragazze dal servizio all'altare”; di avere un' agenda “monotematica” contro le unioni tra persone dello stesso sesso; e di non ascoltare i sacerdoti anziani della propria diocesi. “Sembra”, ha dichiarato Frank Pitre, un avvocato firmatario, “che stia andando in una direzione che è completamente opposta a quella di Papa Francesco e sta creando un clima di intolleranza totale”.
Nibby Brothers, un'altra firmataria, dice che monsignor Cordileone “sta solo causando un sacco di discordia, specialmente tra i giovani della diocesi”. A titolo di cronaca possiamo ricordare che la diocesi in questione, quella di San Francisco, era conosciuta come una delle più liberal degli States prima della nomina di Cordileone.
Il problema, secondo la Brothers, sarebbe proprio nel messaggio promosso dal vescovo, una pastorale che allontanerebbe i fedeli in quanto in disaccordo rispetto a come le pecorelle di San Francisco “conducono la loro vita”. Quindi, secondo queste opinioni, sembra debba essere il mondo a dettare l’agenda della Chiesa, e favorire così non lo sviluppo, ma una vera e propria evoluzione del dogma.
Dalla diocesi è scaturito un comunicato molto chiaro che rileva come questo annuncio a mezzo stampa sia inficiato da “un travisamento dell'insegnamento cattolico, un travisamento della natura del contratto degli insegnanti, e un travisamento dello spirito dell'arcivescovo”. E, conclude il comunicato, “il più grande travisamento di tutti è che i firmatari presumono di parlare per la Comunità cattolica di San Francisco”.
Fedele alla linea, monsignor Cordileone, che tra l’altro è uno dei quattro membri americani per il prossimo sinodo di ottobre, è uno dei principali promotori della prossima “March for marriage” (Marcia per il Matrimonio) che si terrà il 25 aprile a Washington. La marcia viene promossa dalla Conferenza episcopale a stelle e strisce, con l’intento di far sentire la voce dei cattolici in merito ad un'importante decisione che la Suprema Corte di Giustizia sta per prendere proprio in merito all’istituto del matrimonio. Nel messaggio ai vescovi, firmato da Cordileone e da monsignor Malone, si fa presente che questa decisione della Corte ha la stessa portata di quella che fu presa nel caso Roe vs. Wade che dichiarò l’aborto un diritto. Ora la posta in palio riguarda la necessità di preservare la definizione legale di matrimonio come unione tra un uomo e una donna.
I cento firmatari incolpano monsignor Cordileone di avere uno stile pastorale ed un linguaggio troppo duri su certi temi, e, per questo, sarebbe troppo distante dallo stile inclusivo del Papa. A questo punto sarebbe interessante capire se hanno letto l’ultimo intervento del Pontefice a proposito dell’ideologia gender. Perché potrebbero avere qualche sorpresa.
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