Il Vangelo
propone spesso il quadro, colorito e vivace, delle moltitudini che accorrono e
si stringono attorno al Maestro, animate dal desiderio di essere guarite, di
ritrovare la salute del corpo e la pace dello spirito. Gesù si pone come il
Buon Samaritano della parabola, come il Buon Pastore, che si prende cura, con
infinita tenerezza, dei suoi discepoli. Il suo sguardo abbraccia le folle che,
stanche e ormai sfinite, lo seguono, come “pecore senza pastore” (Mc 6,34). Per
tutti Gesù ha un gesto e una parola di consolazione; ridona la vista ai ciechi,
ai sordi l’udito, la possibilità di camminare agli infermi. La sua Croce redime
e continua a illuminare l’insondabile mistero della sofferenza e le dona una
inattesa forza salvifica, unita all’infinito valore della Eucaristia. Il nostro
patire diviene patire di Cristo, attraversato dalla potenza della Sua gloriosa
Risurrezione.
La nostra croce
trova sempre, ai suoi piedi, una Madre, totalmente e intimamente compenetrata
dalla medesima compassione, dal medesimo desiderio di salvezza che dimora nel
Cuore di Cristo. Nuova e santa Arca dell'Alleanza, la Vergine porta in sé il
Figlio stesso di Dio, di cui si fa tabernacolo e ostensorio di Grazia. Ella
coinvolge, nella premura misericordiosa di cui è colma, alcune anime
predilette, perché siano -come Lei e con Lei- offerta purissima e gradita al
Cielo. I suoi occhi si volgono alla Chiesa, al mondo, a ogni cuore che cerca la
Verità, per rintracciare “alleati”, audaci e intrepidi, che condividano i suoi
stessi disegni di amore.
Nei “luoghi
mariani”, nei grandi Santuari a Lei dedicati, confluisce, da sempre, l’umanità,
afflitta da ogni sorta di prova: i malati, gli infermi, i poveri peccatori, con
il loro carico di pena e di sofferenza. Come per le vie della Palestina, così a
Lourdes, a Fatima, a Cestokhowa, a Loreto si rinnova questo incontro tra la
Misericordia di Dio e l’umana debolezza, tra la condiscendenza dell’Altissimo e
le profondità del nostro male.
La figura di
Maria Santissima -talora contestata per la sua presunta indebita “invadenza”
nel panorama della Fede, come se la sua presenza possa minacciare la centralità
assoluta di Cristo Signore- ha permesso e permette ai credenti di penetrare
sempre più profondamente nel mistero di Dio, di accogliere interiormente la Sua
Parola, superando il rischio di una conoscenza arida e fredda, di un vuoto
ritualismo. Questo popolo -dice il Signore- mi onora con le labbra, ma il suo
cuore è distante da me (Isaia 29,13). La vera devozione alla Madre di Cristo
riporta proprio il cuore dell’uomo al suo Dio, riconduce il credente alle
sorgenti della Grazia, con una adesione santa, tenera, cordiale e filiale al
suo Creatore.
In un’ampia
varietà di forme, di esperienze e di approcci si manifesta, ormai da decenni,
nella Chiesa un rinnovato interesse per la Sacra Scrittura, letta diffusamente,
proclamata, conosciuta, meditata e amata. È la Vergine Santa che ci aiuta a far
fluire la forza della Parola di Dio, la luce dell’annunzio di Pasqua, nella
quotidianità, rileggendo la vita, le occupazioni, le nostre umili e semplici
realtà di tutti i giorni attraverso la grazia inesauribile del Vangelo. La
sapienza dell'Antica Alleanza, la bellezza inarrivabile dei Salmi, la
ineguagliabile forza del Nuovo Testamento discendono e scorrono nel purissimo e
immacolato Cuore della Vergine. Unita in tutto alla volontà del suo Signore,
Ella ci educa a riordinare l'esistenza intorno al suo unico “centro vitale”, a
non disperderci nella distrazione delle cose, ma a ricomporre l'unità di
affetti, di sentimenti, di parole e di azioni intorno all'essenziale, a Dio.
I luoghi di Maria
divengono così privilegiati “luoghi dello Spirito”, luoghi della Parola,
proclamata e vissuta; luoghi della sofferenza redenta, accolta e amata,
privilegiate oasi di preghiera e di riconciliazione. Ogni anima può diventare
“Terra di Maria”. Ogni cuore, che si apre alla Grazia, è come la Grotta di
Betlem, la santa dimora di Nazareth, il Cenacolo, il Calvario, il riflesso vivo
dell’alba nuova di Risurrezione.
Una bella
giaculatoria mariana -dal tono e dalla fragranza quasi di una ingenua e
infantile filastrocca- suggerisce parole di Cielo, che riassumono il fascino di
un autentico cammino di Fede: “Madre di Misericordia e Madre d’Amore, rinnova a
tutti il cuore, come Gesù vuole”.
Sia questo, per
tutti, un semplice -ma impegnativo- programma di vita.
ROMA, 19 Aprile
2015 (Zenit.org) - (Di Mario Piatti, I.C.M.S., Tratto dalla rivista mensile Maria di Fatima)