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domingo, 21 de julho de 2019

Lettera di San Luigi Gonzaga alla marchesa di Castiglione, sua madre.


Ill.ma Sig.ra Madre,

La grazia e consolazione dello Spirito Santo sia sempre con V. S. Ill.ma. 

La lettera di V. S. m'ha trovato vivo in questa regione de morti , ma su su per andare a lodare Dio per sempre nella terra de viventi. 

Pensavo a quest'ora d'aver già varcato questo passo, ma la violenza della febbre (come nell'altra scrissi) nel maggior corso e fervore allentò un poco, e  m'ha condotto lentamente fin al giorno glorioso dell'Ascensione. Dal qual tempo per un gran concorso di catarro al petto si rinforzò, tal che a  mano a mano m'avvio a i dolci e cari abbracciamenti del celeste Padre, nel cui seno spero potermi riposare con sicurezza, e sempre. E così s'accordano le diverse novelle arrivate in coteste bande di me come ne (manca una parola) al signor marchese. 

Ora se la carità, come dice san Paolo, fa piangere con quelli che piangono, e rallegrarsi con quelli che stanno allegri, grande dovrà essere il gaudio di V. S. (signora Madre) per la grazia, che Dio le fa nella persona mia, conducendomi Dio Nostro Signore al vero  gaudio , e assicurandomi di non averlo più a perderlo. Confesso  a V. S. Ill.ma che mi smarrisco e perdo nella considerazione della bontà divina, pelago senza arena e senza fondo il quale mi chiama ad una eterna requiem per si piccole e brevi fatiche, mi invita e chiama al cielo a quel  sommo bene, che tanto negligentemente cercai, e mi promette il frutto di quelle lacrime che tanto scarsamente ho seminate. 

Veda, e avverta V. S. Ill.ma di non far torto a questa infinita bontà come sarebbe senza dubbio quando piangesse come morto chi ha da vivere dinanzi a Dio per giovare con le sue orazioni più assai che non facea di qua. 

Non sarà lunga questa lontananza , là su ci rivedremo e goderemo per non stancarci uniti insieme col nostro Redentore, lodandolo con tutte le forze, e cantando eternamente le sue misericordie. Non dubito punto che lasciando quello che dettano le ragioni del sangue, con facilità apriremo la porta alla fede, e a quella semplice e pura obbedienza di che siamo tenuti a Dio, offrendogli liberalmente e prontamente quello che è suo, et tanto più volentieri quanto la cosa  tolta ci era più cara; stimando al fermo, che quello che Dio fa, tutto è ben fatto, levandone quello che prima ci aveva dato e non per altro  che per metterlo in loco sicuro e franco, e per dargli quello che tutti  vorremo per noi. 

Ho detto tutto questo non per altro che per soddisfare al mio desiderio, che ho, che V. S. Ill.ma con tutta la famiglia riceva in  loco di caro dono questa mia partita, e con la sua materna  benedizione mi accompagni e mi aiuti a passare questo golfo, e a giungere a riva di tutte le mie speranze. Il che ho, fatto tanto più di  buona voglia, quanto che non mi è restato con che altra cosa dare qualche dimostrazione dell'amore e riverenza filiale, che le devo.  

Finisco demandando di novo umilmente la sua benedizione.

Di Roma li 10, di giugno 1591.

Di V. s. Ill.ma figliolo in Cristo obbedientissimo,
Luigi Gonzaga

San Luigi Gonzaga morì all'età di ventitré anni il 21 giugno, undici giorni dopo aver scritto questa lettera 

Dall'originale dell'archivio Sanvitale di Parma.