La grazia e consolazione dello
Spirito Santo sia sempre con V. S. Ill.ma.
La lettera di V. S. m'ha trovato
vivo in questa regione de morti , ma su su per andare a lodare Dio per sempre
nella terra de viventi.
Pensavo a quest'ora d'aver già varcato questo passo,
ma la violenza della febbre (come nell'altra scrissi) nel maggior corso e
fervore allentò un poco, e m'ha condotto
lentamente fin al giorno glorioso dell'Ascensione. Dal qual tempo per un gran
concorso di catarro al petto si rinforzò, tal che a mano a mano m'avvio a i dolci e cari
abbracciamenti del celeste Padre, nel cui seno spero potermi riposare con
sicurezza, e sempre. E così s'accordano
le diverse novelle arrivate in coteste bande di me come ne (manca una parola) al signor marchese.
Ora se
la carità, come dice san Paolo, fa piangere con quelli che piangono, e
rallegrarsi con quelli che stanno allegri, grande dovrà essere il gaudio di V.
S. (signora Madre) per la grazia, che Dio le fa nella persona mia, conducendomi
Dio Nostro Signore al vero gaudio , e
assicurandomi di non averlo più a perderlo. Confesso a V. S. Ill.ma che mi smarrisco e perdo nella
considerazione della bontà divina, pelago senza arena e senza fondo il quale mi
chiama ad una eterna requiem per si piccole e brevi fatiche, mi invita e
chiama al cielo a quel sommo bene, che tanto
negligentemente cercai, e mi promette il frutto di quelle lacrime che tanto
scarsamente ho seminate.
Veda, e avverta V. S. Ill.ma di non far torto a
questa infinita bontà come sarebbe senza dubbio quando piangesse come morto chi
ha da vivere dinanzi a Dio per giovare con le sue orazioni più assai che non facea
di qua.
Non sarà lunga questa lontananza , là su ci rivedremo e goderemo per
non stancarci uniti insieme col nostro Redentore, lodandolo con tutte le forze,
e cantando eternamente le sue misericordie. Non dubito punto che lasciando
quello che dettano le ragioni del sangue, con facilità apriremo la porta alla
fede, e a quella semplice e pura obbedienza di che siamo tenuti a Dio, offrendogli
liberalmente e prontamente quello che è suo, et tanto più volentieri quanto la
cosa tolta ci era più cara; stimando al
fermo, che quello che Dio fa, tutto è ben fatto, levandone quello che prima ci
aveva dato e non per altro che per metterlo
in loco sicuro e franco, e per dargli quello che tutti vorremo per noi.
Ho detto tutto questo non per
altro che per soddisfare al mio desiderio, che ho, che V. S. Ill.ma con
tutta la famiglia riceva in loco di caro
dono questa mia partita, e con la sua materna benedizione mi accompagni e mi aiuti a passare
questo golfo, e a giungere a riva di tutte le mie speranze. Il che ho, fatto
tanto più di buona voglia, quanto che
non mi è restato con che altra cosa dare qualche dimostrazione dell'amore e
riverenza filiale, che le devo.
Finisco
demandando di novo umilmente la sua benedizione.
Di Roma li 10, di giugno 1591.
Di V. s. Ill.ma figliolo in Cristo obbedientissimo,
Luigi Gonzaga
San Luigi Gonzaga morì all'età di ventitré anni il 21 giugno, undici giorni dopo aver scritto
questa lettera
Dall'originale dell'archivio Sanvitale di Parma.
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