All’inizio del mese di Maria,
in una lettera al suo padre spirituale, Padre Agostino, scritta il l° maggio
1912, Padre Pio manifesta la sua profonda devozione e amore alla Mamma celeste:
Babbo carissimo,
Oh! Le joli mois que le mois
de mai! C'est le plus beau de l'année.
Sì, padre mio, questo mese
come predica bene le dolcezze e la bellezza di Maria! La mia mente nel pensare
agl'innumerevoli benefici che ha fatto a me questa cara mammina mi vergogno di
me stesso, non avendo guardato mai abbastanza con amore il di lei cuore e la di
lei mano, che con tanta bontà me li compartiva; e quel che più mi dà afflizione
è di aver ricambiato le cure affettuose di questa nostra madre con tanti
continui disgusti.
Quante volte ho confidato a
questa madre le penose ansie del mio cuore agitato! E quante volte mi ha
consolato! Ma la mia riconoscenza quale fu?... Nelle maggiori afflizioni mi
sembra di non aver più madre sulla terra; ma di averne una molto pietosa nel
cielo. Ma quante volte il mio cuore fu calmo, tutto quasi dimenticai;
dimenticai quasi perfino i doveri di gratitudine verso questa benedetta mammina
celeste! Il mese di maggio per me è il mese di grazie, e quest'anno spero di
riceverne due sole. La prima vorrei che mi prendesse con sé oppure, anche vivendo,
essere cambiate per me in amarezze tutte le consolazioni della terra, purché
non mi faccia più vedere quelle facce patibolari di quei...
L'altra grazia che desidero è
che mi faccia ... voi mi capite, padre mio.
Quest'ultima grazia non
ardisco più chiedergliela, perché se ne dispiace e mi nasconderebbe di bel
nuovo il suo bel viso, come fece altre volte.
Povera Mammina, quanto bene
mi vuole. L'ho constatato di bel nuovo allo spuntare di questo bel mese. Con
quanta cura mi ha Ella accompagnato all'altare questa mattina. Mi è sembrato
ch'Ella non avesse altro a pensare se non a me solo col riempirmi il cuore
tutto di santi affetti.
Un fuoco misterioso sentivo
dalla parte del cuore, che non ho potuto capire. Sentivo il bisogno di
applicarci del ghiaccio per estinguere questo fuoco che mi va consumando.
Vorrei avere una voce si
forte per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna. Ma poiché
ciò non è in mio potere, ho pregato, e pregherò il mio angiolino a compiere per
me questo ufficio.
Il demonio seguita a
terrorizzarmi; e dietro che voi scriveste che forse alla metà del mese corrente
ci rivedremo, mi va intimorendo col dire che mi deve distruggere. Glielo
permetterà Gesù? O babbo mio, son pronto a tutto: ma spero che Gesù non gli
darà questo permesso.
Scrivendo al padre
provinciale siete pregato di fare le mie scuse se non gli scrivo spesso, come è
mio dovere, poiché Dio sa quanto mi costa lo scrivere un po'!
Ho ricevuto l'elemosina delle
messe e grazie infinite ve ne rendo. La pioggia ha ridato o no la gioia, almeno
in parte ai poveri pugliesi, non è vero?
Pregate per me e benedite
spesso il vostro povero discepolo,
fra Pio.
Alla vostra dimanda
riguardante il francese, rispondo con Geremia: "A, a, a ... nescio
loqui" (Non so parlare).
Padre Pio, Epistolario I, pp.
275 - 276
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