Nato da una
famiglia di origine fiamminga, Marco Reyd, così era il suo nome al secolo, studiò
dapprima presso il collegio gesuita di Friburgo, dove si laureò in filosofia,
poi presso l'università della stessa città, dove conseguì il dottorato in utroque jure (il 7 maggio 1611). Iniziò
a dedicarsi all'attività forense, ma rimase presto deluso da quella
professione, così l'anno seguente decise di entrare, insieme a suo fratello,
tra i cappuccini del convento di Friburgo (4 ottobre 1612, prendendo il nome di
Fedele) e venne ordinato sacerdote. Approfonditi gli studi teologici a
Costanza, divenne anche Padre guardiano del convento di Rheinfelden, poi di
quello di Friburgo e infine di quello di Feldkirch.
Divenne presto
celebre a causa di alcuni pamphlet anti-calvinisti ed anti-zwingliani (che non
sono stati conservati), tanto che il vescovo di Coira nel 1614 gli richiese di
formare un gruppo di frati missionari per cercare di contenere il dilagare
delle idee protestanti nella sua diocesi. Fedele da Sigmaringen accolse la
richiesta solo nel 1621 e l'anno seguente la pontificia Congregazione de
Propaganda Fide (appena istituita) lo nominò Superiore delle missioni nei
Grigioni: percorse tutta la regione predicando e suscitando conversioni,
soprattutto durante la quaresima del 1622.
Il 24 aprile
dello stesso anno, uscito di chiesa dove aveva appena terminato di celebrare la
messa, venne aggredito della folla insieme a un gruppo di soldati austriaci e
ucciso. La diffusione delle dottrine riformate nella regione, infatti, era
avvenuta soprattutto in funzione anti-asburgica ed autonomista: allo stesso
modo, l'Impero sosteneva il cattolicesimo soprattutto allo scopo di tutelare
l'integrità del suo territorio e la supremazia della casa d'Austria. Fu
canonizzato nel 1746 dal papa Benedetto XIV.